lunedì 27 dicembre 2010

E LA PARITA’ DEI DOVERI, DOVE LA METTIAMO?

E la parità dei DOVERI, dove la mettiamo?
E già, perché siamo abituati a sentir tanto parlare di parità dei Diritti, faticosamente ricercata e (quasi) conquistata da parte delle donne, come se alle nostre improbabili e ridicole eroine fosse stato concesso questo riconoscimento sociale (ma non ancora culturale, si noti bene!) perché alla fine, dopo tante insistenze, con la solita nonchalance il maschio produttivo e virile viene preso per sfinimento dalla pedante femmina rompi… .
E allora come si spiega la messa in atto di questo riconoscimento quando la donna deve alzarsi due ore prima la mattina per preparare vestiti, stendere il bucato e rassettare la casa, correre per arrivare in orario al lavoro per arrivare poi sempre in orario all'uscita di scuola dei bambini (sempre che non debba anche portarli la mattina) poi tornare a casa e giocare con loro, farli studiare, preparare la cena e poi lavare i piatti e metterli a letto, per poi abbandonarsi sfinita e risvegliarsi di colpo più volte durante la notte per ogni accenno di pianto o richieste varie (acqua, pipì, bua, brutti sogni…) ?????
In questo devastante quadro apocalittico mi considero già fortunata perché di figli ne ho solo uno e il mio compagno insiste per preparare la cena  (anche se lascia poi immancabilmente la cucina in stato dopo-la-discesa-degli-unni … ) ed ho anche una persona che due volte a settimana fa le pulizie!!!
Ma continuo a non capire perché la sera lui rimanga sdraiato sul divano davanti alla tv 'perché è stanco dopo una giornata di lavoro e ha bisogno di rilassarsi' mentre io il divano ho il tempo di toccarlo solo per rimettere su le fodere e i cuscini e il mio medico – che mi ha in cura per TRE ERNIE - dice che DEVO riposare perché altrimenti dopo il mio stato confusionale e una leggera perdita di memoria dovuti alla stanchezza, potrò passare ad avere palpitazioni e poi attacchi di panico…
Ma forse questo è solo lo sfogo di una povera moglie isterica, che non è mai disponibile quando lui è in vena di romanticismo, della solita rompiscatole che mette sempre i puntini sulle i, che non è mai contenta di quello che ha, che del lavoro non dovrebbe lamentarsi perché è più importante pensare alla famiglia e a casa non dovrebbe lamentarsi perché per campare in una grande città uno stipendio solo non basta, e poi – che cavolo – dopo che ha anche la soddisfazione di  un lavoro fuori casa e può staccare dalla solita routine della casalinga, ma che altro vuole …!?!?!?!
E sì, mi sa tanto che hanno ragione loro….

Un occhiata anche al di fuori:
approvo e sottoscrivo…
e come la mettiamo se ogni volta che lui accende il computer o deve selezionare un menù dal decoder tv mi chiama in aiuto…? In realtà lo stato delle cose vorrei tanto cambiarlo IO!

IL MIO NATALE 2010…

Il mio Natale 2010…
È stato il 24 pomeriggio da sola e il 26 mattina con marito e figlia davanti al presepe della Parrocchia. Uno di quelli con l'acqua che scorre, le luci colorate, la capanna con il Bambinello in primo piano, coro angelico in sottofondo, luci che simulano il giorno e poi la notte con la stella cometa che passa nel cielo stellato.
In tutto una mezz'ora, neanche. Per il resto cena del 24 con parenti che sembrava più cenone da ultimo dell'anno, tra sedie che per passare dovevi far alzare tutti, tipo poltroncine serrate da cinema multisala, confusione di chiacchiere e discussioni concitate di adulti e bambini che correvano e giocavano di qua e di là. Alla fine, dopo l'arrivo di Babbo Natale e consegna dei regali,  ero così stanca che mi sono sdraiata sul letto nella camera dove i bambini disegnavano e strillavano e stavo quasi per addormentarmi,  ovviamente di Messa di mezzanotte neanche a parlarne …
Un po' meglio dopo il poco riposo è stato il pranzo del 25, sull'enorme tavolo del grande salone della casa di mia sorella, meno adulti, meno bambini e un po' più di calma… anche se a sera non avevo affatto digerito e mi son sentita male…
Ne abbiamo parlato e discusso e per l'anno prossimo abbiamo DECISO CHE: sarà tutto diverso! Cena del 24 intima e quasi frugale, a seguire Messa di mezzanotte nel vero spirito natalizio, in alternativa aiuto per una cena di solidarietà per i poveri. Il 25 potrà essere un po' più concessivo: un pranzo da festa ma con meno confusione (in summa: - quantità, + qualità)
D'altra parte il prossimo Natale potrebbe essere quello più vicino alla fine … se volessimo cominciare a preoccuparci …
Auguri !

lunedì 6 dicembre 2010

Un passato che ci ha fatto crescere

Il mese scorso mi sono ritrovata faccia a faccia con considerazioni sul confronto di punti di vista che cambiano nel tempo.
Un vecchio compagno di scuola, ritrovato grazie a Facebook, mi ha detto cosa pensava di me ai tempi di scuola e lo stesso ho fatto io con lui. A distanza di tanti anni le nostre vite cambiano rotta, progetti, occasioni, accumulano esperienze non sempre edificanti, altre preziose, nel bene o nel male.
In ogni caso, ritrovarsi a fare bilanci su se stessi  può capitare, ma farne insieme ad altri è più raro e forse per questo più bello: scoprire che quello che eravamo è diventato l'ombra sformata e allo stesso tempo una base irrinunciabile di quello che siamo ora ci può accomunare e renderci allo stesso tempo ancora più consapevoli della nostra unicità.
Ho condiviso poi altri pensieri su incontri e coincidenze, che mi hanno riportata indietro di qualche anno all'incontro con i miei allora nuovi vicini di casa, che sarebbero diventati amici, fonte di comune ispirazione e passioni creative. Tra i miei scritti e la loro musica, i cortometraggi, la condivisione di idee, progetti, innovazioni e soprattutto la voglia di fare e creare, di dare un senso e uno spirito a quello che viviamo, ai luoghi, alle parole, ai pensieri. Le passeggiate per Roma, gli incontri a casa davanti a un bicchiere di vino rosso, i concerti jazz, le serate di cinema e di appassionati scambi di idee…
La nostalgia è tornata a galla, memore dei tempi in cui eravamo uniti e vicini mentalmente e fisicamente. Le nostre "occasioni" ci hanno fatto cambiare casa, città, ci hanno dato famiglie, figli da crescere ma non per questo abbiamo perduto il nostro passato, le radici e gli intrecci che hanno dato i loro frutti.
Un carissimo saluto ai miei amici A&A. A presto!

venerdì 26 novembre 2010

ancora elenchi, se ne vale davvero la pena

Sarà che la nuova versione della Baronessa di Carini mi ha riportato alla pesante ingiustizia nei confronti della condizione femminile, dopo un lungo periodo di studi sull'argomento, perciò non posso non riportare l'elenco della ventiduenne milanese presente nell'ultima puntata vista di Vieni via con me*:

Elenco delle cose che le donne non vogliono mai più sopportare
letto da Laura Morante

- avere paura di uscire quando cala il buio
- avere paura di uscire con il cane quando fuori non c'è nessuno
- avere paura di un marito geloso
- essere picchiata da un marito geloso
- essere uccisa da un marito geloso
- non poter indossare un abito corto sui mezzi pubblici
- essere molestata in metropolitana
- sentir dire che si è state molestate perché si indossava un abito corto
- essere licenziata perché si vuole avere un figlio
- non trovare lavoro perché si è brutte
-  non trovare lavoro perché si è troppo giovani
- non trovare lavoro perché si è troppo vecchie
- avere paura di non essere più accettata perché arrivano le rughe sul viso
- essere presa in giro perché si piange davanti a un film
- essere stuprata, molestata, insultata
- vedere le donne raffigurate costantemente come veline o come escort
- essere considerata intelligente quindi pericolosa
- essere considerata bella quindi stupida

questo elenco, letto da Laura Morante, ha seguito quelli di Emma Bonino e di Susanna Camusso, improntati rispettivamente l'uno al femminismo, all'aborto, ai delitti d'onore e l'altro allo scontro con le realtà lavorative, immigrazione, diritti delle lavoratrici...
elenchi ben fatti e veritieri, ma la freschezza e l'incisività di quello della studentessa restano insuperabili.

*terza puntata, sempre interessante sull'argomento mafie e in particolare ecorifiuti, con interventi e testimonianze bellissime su disabilità e voglia di lottare.
Non sono di parte, è solo che questo format televisivo è un contenitore ideale di idee e valori che hanno molto di buono e ben poco da contestare...

sabato 20 novembre 2010

Sono morbosamente affascinata dalla voglia di far credere di essere ORIGINALE. Dico certe cose per vedere che effetto fa sugli altri.

Mi sono persa la prima puntata di Vieni via con me, ma non mi sono fatta scappare la seconda. Anzi, l’ho rivista con calma, appuntandomi anche i punti salienti.
Nonostante alcune polemiche intellettualistiche e fuorvianti che ho sentito in seguito, reputo che la trasmissione sia interessante e stimolante per il pensiero e la coscienza di tutti. Una trasmissione dove nell’unico spazio di messaggio promozionale c’era un’organizzazione no-profit, in assoluta coerenza al clima e agli intenti prefissati.
A parte le mafie di Saviano, dai miti della fondazione ai dettagliati ‘organigrammi’,  a parte il diplomatico spalleggiamento di Fazio, e nonostante gli interventi bipartisan di Bersani e Fini (in ordine di apparizione) che richiamavano massime di educazione civica e sociale come manifesto politico,
bene, a parte e nonostante tutto questo, si è dato ampio spazio a storie e voci di eroi comuni, dei problemi della gente di tutti i giorni, a partire dalle difficoltà per la ricerca di un impiego all’immigrazione clandestina, dalle escursioni scolastiche di bambini rom al legittimo diritto di rifiutare l’accanimento terapeutico di Eluana e Beppino Englaro e quello di Piero e Mina Welby.
Storie più o meno conosciute, più o meno condivise, commoventi, reali. Che ci costringono a riflettere, a prendere una posizione. Non politica ma sociale. Umana.
 E ho visto l’orgoglio e la soddisfazione di parteciparvi sul volto di tutti gli ospiti che hanno preso parte alla trasmissione.

martedì 16 novembre 2010

PRE-PNL

PRE-PNL

"…Non arrendetevi al fatalismo. Esso produce l'immobilismo e la pigrizia. Dovete pertanto riconoscere i grandi poteri del pensiero. Tentate e creerete per voi stessi un grande destino, seguendo un pensiero gusto. Seminate un'azione, raccoglierete un comportamento. Seminate un carattere e raccoglierete un destino. L'uomo è il padrone della propria sorte. Siete voi stessi che con il potere del pensiero forgiate il vostro destino. Potete anche annullarlo, se lo volete. In voi sono latenti tutte le energie, tutte le facoltà e tutti i poteri: scopriteli e diventerete liberi e grandi."

SWAMI SIVANANDA,  da LA POTENZA DEL PENSIERO, ed. Babaji

sabato 13 novembre 2010

ancora sull'educazione - splinder

giovedì, 04 novembre 2010
L'educazione è il pane dell'anima

Giuseppe Mazzini, Dei doveri dell'uomo
citato nell'Agenda Letteraria 2011
 
postato da: carlape alle ore 05:09

educazione, violenza e tv - da splinder

lunedì, 01 novembre 2010
Care lettrici e cari lettori, non abituiamoci mai alla violenza. Anche se la televisione fa di tutto in questi giorni perché ciò accada. La scorsa settimana le storie di cronaca nera si sono tragicamente accavallate: un tassista milanese è stato massacrato di botte e ridotto in coma per aver inavvertitamente investito un cane. Le immagini della donna romena che si è presa un pugno in metropolitana ed è stata cinque minuti a terra sotto gli occhi dei passanti senza soccorsi ... erano angoscianti. Per non parlare del caso di Sarah Scazzi. (...) Ecco ben vengano le storie dei minatori tratti in salvo in Cile: la loro catarsi è simbolo di un ritorno alla vita e ha riempito di gioia il cuore di tutti. Il significato profondo e così umano delle loro immagini è stato paragonato all'uscita dei concorrenti dalla casa del Grande Fratello. Ebbene sì: mi è toccato sentire anche questo.
Alfonso Signorini, in Cari Lettori, TV Sorrisi e Canzoni n.43
 
postato da: carlape alle ore 00:21

educazione e tv - da splinder

lunedì, 01 novembre 2010

Licia Colò, TV Sorrisi e Canzoni n.43
Vedo spesso persone che urlano al limite della rissa. A me non piace questo tipo di tv però non posso fare esempi concreti, sarei superficiale. Diciamo che non vado alla ricerca di una tv urlata. Anzi, a me piace sussurrata, e questo è un paradosso in un momento in cui vince chi grida di più. Certi programmi fanno passare il messaggio che chi non urla è debole: mi piacerebbe che in una società che crolla a pezzi si andasse a rivalutare la buona educazione, la sensibilità, il piacere di ammirare un paesaggio.
postato da: carlape alle ore 00:20

educazione - 1 - da splinder

lunedì, 01 novembre 2010
... il Web mostra un’attenzione non trascurabile verso l’educazione, argomento spesso messo in secondo (o anche terzo) piano nella società di oggi. Altro che tv urlata, politica dai colpi bassi, radio che utilizza termini scurrili con troppa disinvoltura e reality show con bestemmia incorporata: la gente educata non ne può più. Sbigottita sì, ma ormai non più scandalizzata, assiste al deterioramento di qualsiasi regola del vivere sociale. Perché essere educati significa soprattutto avere rispetto per gli altri.  ...

Silvia Santoni
http://www.fastweb.it/portale/canali/digital/digitalife/contenuti/articolo/?id=FL02005

postato da: carlape alle ore 00:19

Margherita Buy - da splinder

venerdì, 22 ottobre 2010
Stamattina sul giornale ho visto qualcosa che mi ha colpita. Uno di quei momenti folgoranti, in cui il tempo si ferma e la visione intorno si dilata, cambia colore e perde nitidezza, per poi ricomporsi gradualmente, mentre un unico punto rimane focalizzato: quello che ti fa sbarellare. Un momento dopo il mio sguardo si ritrae dalla profondità neuronale in cui si era infossato, per tornare a vedere il mondo esterno, la stanza, la finestra colma della luce del mattino.

Non so perché mi abbia fatto questo effetto. Sarà che, come al solito, la vita è piena di coincidenze?

Mi è sempre piaciuta Margherita Buy. Non condividevo particolarmente le parti della donna impacciata, nevrotica (Maledetto il giorno che t'ho incontrato).
Poi mi ha letteralmente conquistata con Le fate ignoranti, dove il suo ruolo è assolutamente innovativo, dalle reazioni ammirabili. Avrei quasi voluto vivere io quella storia al suo posto. Un ruolo dove tutte le certezze vacillano, dove tutto è un nuovo mondo da scoprire, dove ci si confronta con l'altro e allo stesso tempo con se stessi.
E come non citare un ruolo diverso dai soliti, in Il siero della vanità, dove interpreta una poliziotta azzoppata da un "incidente sul lavoro". Un personaggio integro, onesto, in mezzo a un mare di vizi.

Questa vicinanza emotiva sentita è forse parallela anche a una certa somiglianza fisica, tanto che in passato il mio fisioterapista mi chiamava Margherita, per quanto diceva gli assomigliassi.

Beh, proprio ieri vedevo su Premium Lo spazio bianco, uno dei suoi film più recenti, dove il ruolo di Maria, con la sua sofferenza e le speranze sono assoluti protagonisti. Una bellissima prova che ha superato, naturalmente, in modo brillante.

Biografia di Margherita Buy

 

















E allora stamattina, cos'era questa folgorazione?
Margherita Buy è nata il 15 gennaio, lo stesso giorno della mia nascita.
(e ho solo pochi anni in meno...)
postato da: carlape alle ore 09:26

pensieri yoga/comandamenti - da splinder

mercoledì, 20 ottobre 2010
Yoga è una via, un modo di vivere, di pensare, un modo di sentire. Per cominciare andiamo dove Oriente e Occidente si incontrano, osservando la prima via dello yoga: YAMA

Yama è la via dell'autocontrollo psicologico, corrispondente alle discipline etiche, ed è l'insieme di alcune regole che ben conosciamo. Riporto un estratto dal libro "Lo yoga" di Godfrey Devereux, edito da Mondadori negli Oscar.

NON VIOLENZA (ahimsa)
La non violenza è più dell'autocontrollo relativo alla forza fisica. I pensieri violenti come la rabbia e il risentimento, disturbano anche la mente. Ed egualmente pericoloso è il pettegolezzo. Che sia verbalizzato o semplicemente pensato, è distruttivo per l'equanimità della mente.

ONESTA' - VERITA' (satya)
Onestà significa controllarsi dal mentire, ma anche non nascondere la verità agli altri o a noi stessi. Gran parte del nostro pensiero si combina con la distorsione del sentimento allo scopo di rendersi accettabili o nascondersi. Fa parte della pratica dell'onestà esaminare le proprie azioni, parole e pensieri e trattenersi dal distorcere in alcun modo la verità.

NON RUBARE (asteya)
Non rubare significa anche non pendere ciò che non viene dato liberamente. Così facendo si esercitano anche la pazienza e l'umiltà.

CONTINENZA (brahmacharya)
Più che ad astenersi dal sesso, questa limitazione invita a non praticarlo come via di fuga dalla consapevolezza. L'eccesso di attività sessuale, reale o anche solo immaginata, si persegue esclusivamente per evadere dalla noia o dal disagio della realtà.

NON DESIDERARE (aparigraha)
L'appagamento del desiderio con oggetti o situazioni esterne è sempre temporaneo. E' subito seguito da un'insoddisfazione che conduce a un sempre nuovo desiderio. Soltanto lasciando andare il desiderio di ciò che non abbiamo riusciremo a calmare la mente e a coltivare quella consapevolezza interiore che è la meta stessa dello yoga.

Ho sottolineato alcune parole chiave, che mi sono sembrate specchio dei nostri tempi e della nostra società. Risentimento, pettegolezzo, mentire a se stessi, mancanza di pazienza e umiltà, fuga dalla consapevolezza, sesso virtuale e non, insoddisfazione latente o evidente... Sono molti gli aspetti che banalizziamo, su cui ci fermiamo a riflettere poco o niente. Forse ogni tanto dovremmo staccare la spina col mondo e guardarci dentro un po' più a fondo...
postato da: carlape alle ore 12:24

splinder - aiuto!

sabato, 09 ottobre 2010
Sono sveglia mio malgrado e, rincorrendo qualche pensiero, la mente si affolla all’improvviso ed ecco un impellente bisogno di postare…
Il mio caro bellissimo candido macbook mi ha tradita…! E dire che avevo fatto affidamento su di lui lasciandogli in custodia dati sparsi su altri computer, chiavette usb, le foto degli ultimi 5 anni (per rendere un’idea erano circa 13.000…), tutte le canzoni, gli archivi di lavoro, le lezioni, i racconti scritti…
Fortunatamente ho una stampa di buona parte dei documenti, ma quello per cui mi piange il cuore sono le foto: cinque anni della mia vita. In pratica dalla mia prima macchina digitale. Cinque anni di viaggi, emozioni, tutte le foto di mia figlia e poi i miei due gatti, che mi hanno accompagnato per cinque anni e non ci sono più…
Per mia figlia ho qualche foto stampata, altre recuperabili su chiavette e cd distribuiti ai parenti ma dei gatti ho quasi niente senza contare che devo di nuovo caricare tutte le canzoni  e che ho irrimediabilmente perso il dvd quasi completato delle vacanze con tutte le foto e i filmati…
Scusate lo sfogo, ma in questo momento la desolazione mi assale insieme al rimorso… perché non ho neanche una copia di salvataggio…
È sempre consigliato fare un backup dei dati, soprattutto con un mac, l’ho letto sul manuale mentre cercavo disperatamente il modo di farlo riavviare dopo che si era inesorabilmente impallato. E mi ero riproposta di farlo molte volte, ma poi sempre la mancanza di tempo (questa scusa insopportabile!), eppure non sono pigra ma dopo una giornata di ufficio, i mezzi pubblici, la cena, la casa, una (stupenda) bambina di un anno e mezzo… quando posso avere il tempo di fare un backup?
Eccola lì la domanda. Ed ecco anche la risposta… anzi le domande e le risposte:
  1. Quante cose ci proponiamo di fare e poi non riusciamo a portare a termine? Ma c’è davvero bisogno di farle? Quanto erano importanti tutte le informazioni accumulate sul computer da tempo, che aspettavano un momento (diciamo ore…) per essere scandagliate, analizzate e archiviate in modo decente? Ormai chi può dirlo… a occhio e croce di molte avrei potuto fare a meno…
  2. E quindi: quali sono le cose veramente IMPORTANTI? Quelle che hanno un valore affettivo, lavorativo, documentario? Sarebbe ora di fare un po’ di pulizia e sfrondare quanto possibile (lo faccio già stagionalmente con il mio guardaroba…), così riuscirebbero ad emergere le cose importanti, quelle che sono sepolte dalle inutilità e ti dimentichi di avere…!
con l'occasione inauguro una nuova categoria: salvataggi, per tutte quelle cose che sono ancore di salvezza in questo oceano ancora inesplorato...
postato da: carlape alle ore 05:33

splinder - io corro coi lupi, grazie a Rita

giovedì, 07 ottobre 2010
o Io ballo da sola, come preferite:

"La Donna Selvaggia in quanto archetipo,e tutto quanto sta dietro di lei, è la patrona di tutti i pittori, gli scrittori, gli scultori, i ballerini, i pensatori, di coloro che compongono preghiere, che ricercano, che trovano, perché tutti loro sono impegnati nell'opera di invenzione, ed è questa la principale occupazione della Donna Selvagia. Come in tutte le arti, sta nelle viscere, non nella testa."
sempre da Donne che corrono coi lupi

Grazie a uno stage che ho seguito nel marzo scorso, tenuto da Rita Charbonnier*, ho approfondito il tema degli archetipi che mi incuriosiva da tempo e ho scoperto il mondo delle "storie" e delle fiabe, che da brava mamma già desideravo intraprendere. Ne è nata una ricerca che mi ha risucchiata in una dimensione nuova, aprendomi gli occhi su una consapevolezza più profonda.
Donne che corrono coi lupi fa parte di questa ricerca e scoperta.

* Rita Charbonnier, autrice dei romanzi La sorella di Mozart (Corbaccio) e La strana giornata di Alexandre Dumas (Piemme), è scrittrice, sceneggiatrice e attrice.
Ha lavorato in teatro e in televisione.
La sua grande presenza scenica e la forte personalità mi hanno lasciato un grande segno.
postato da: carlape alle ore 14:18

splinder - donne che corrono coi lupi

giovedì, 07 ottobre 2010
Inizialmente, per il suo linguaggio un pò fuori dal tempo e allusivo a un mondo totalmente sconosciuto, può sembrare distante da noi, dalle nostre vite, ma poi...

"La donna moderna è una confusione di attività. E' spinta e costretta a essere tutto per tutti."
Come negarlo?

per prendere una delle sue note poetiche:
"quando facciamo valere l'intuito, siamo come una notte stellata: fissiamo il mondo con migliaia di occhi."

infine secondo l'autrice riunirsi alla natura selvaggia, ossia naturale:
"significa fissare il territorio (trovare una propria dimensione), trovare il proprio branco (avere una cerchia armonica di familiari e amici), stare con sicurezza e orgoglio nel proprio corpo indipendentemente dai suoi doni e dai suoi limiti, parlare e agire per proprio conto, in prima persona, essere consapevoli, vigili, rifarsi ai poteri femminili innati dell'intuito e della percezione, riprendere i propri cicli, soprire a che cosa si appartiene, levarsi con dignità, conservare tutta la consapevolezza possibile."
Mentre per le prime due espressioni mi è sembrato necessario tradurre dal sentire dei lupi al nostro, non ha bisogno di spiegazioni il resto delle parole. Clarissa Pinkola Estés si definisce una "cantadora" ossia una cantastorie, una donna che ha messaggi forti da proporre per risvegliare le coscienze.

Sono totalmente d'accordo.


postato da: carlape alle ore 13:40

splinder - Malamore, citazioni

giovedì, 07 ottobre 2010
da MALAMORE, esercizi di resitenza al dolore
di Concita De Gregorio


"Questo non è un libro sulla <<violenza domestica >>, sulla violenza esercitata dagli uomini sulle donne nell'intimità delle case e delle vite. E' piuttosto una raccolta di storie che gira intorno a un'altra domanda, speculare e opposta: come mai oggi (...) queste donne sono disposte a sopportare? Perché consentono che si eserciti su di loro la violenza, sottile o radicale?"
dall'introduzione di Malamore

"... a fine Cinquecento, Beatrice Cenci fu decapitata per aver ordito l'omicidio del padre piuttosto che continuare a essere violentata da lui: una folla immensa e devota l'accompagnò alla sepoltura.
Bellezza Orsini, la più famosa delle streghe - una strega di nome Bellezza - era stata data in sposa bambina a un uomo che l'aveva abbandonata poco dopo la nascita del loro figlio, Bartolomeo. Lasciata sola col bambino: è qualcosa che sembra facile da capire e che invece non si può spiegare. E', per una donna, il più radicale e insopportabile dei rifiuti. Fu serva, imparò a dosare le erbe e farne <<oli fioriti>>, fu processata e condannata a morte. Si uccise in cella tagliandosi la gola con un chiodo alla vigilia dell'esecuzione."
dal capitolo IV: Paura di volare

e infine:
"Non è una buona idea insegnare ai maschi che le donne non si toccano nemmeno con un dito: le donne si toccano con tutte le dita, basta farlo con cura. Quelli che <<la donna è sacra>>, i gentiluomini di casa come i fondamentalisti che la venerano e la velano sono gli stessi che poi la segregano, la violano, la comprano, la battono e la uccidono. Oppure la tengono accanto a far bella mostra di sè, la sposano per esibirla o la nominano ministro per far bella figura, che non è peggio ma è triste lo stesso."
dal capitolo VI: La mala educaciòn

soprattutto per quest'ultima citazione non servono parole!!!

postato da: carlape alle ore 13:00

splinder - Malamore

giovedì, 07 ottobre 2010
Sempre di attualità le notizie sulla violenza domestica a discapito delle donne. Quando diventano fatti di cronaca nera, come la mamma che si è fatta uccidere per salvare la figlia che non voleva accettare un matrimonio imposto, ne veniamo a conoscenza, ma quanti sono gli episodi, le vittime, le umiliazioni subite che non conosceremo mai?

Oggi ci ritroviamo a condannare la cultura musulmana che obbliga la donna all'obbedienza assoluta al maschio, ma nella "nostra" società di "italiani" ci sono ancora molti comportamenti che arrivano a conseguenze irreparabili.

Sentiamo spesso notizie di uomini incapaci di gestire la propria vita affettiva ed emotiva che uccidono figli e donne stanche di subire anni di imposizioni e umiliazioni, donne che rivendicano soltanto un legittimo diritto di decidere della propria vita. Ma dove vivono queste famiglie? Come riconoscerle?

E come fa una donna ad accettare la violenza e andare avanti? Solo per i figli? Perché non è economicamente autonoma, non ha un lavoro? Ma non se ne mai accorta prima, quando era ancora in tempo?

Sono tante le domande che mi si sono poste, come donna, e a cui non riuscivo a trovare una risposta accettabile.
Mi ha illuminata la lettura di MALAMORE della giornalista Concita De Gregorio in cui, alternando notizie di cronaca a riflessioni, riesce a comunicare molto bene i meccanismi psicologici femminili e maschili che portano poi alle conseguenze note.

A tutte le donne che vogliono trovare le propria forza interiore e fare chiarezza dentro di sè, consiglio vivamente la lettura di DONNE CHE CORRONO COI LUPI, scritto da Clarissa Pinkola Estés, che ha attinto alle radici più antiche della saggezza per riportarci storie e indicazioni in grado di risvegliare la vera e forte natura femminile.
Come lei stessa spiega:
"Mi sono laureata in psicologia etno-clinica, che è lo studio sia della psicologia clinica sia dell'etnologia, soprattutto incentrata sullo studio della psicologia dei gruppi, e delle tribù in particolare. Mi sono poi specializzata in psicologia analitica, sicché sono un'analista junghiana. La mia esperienza di vita come cantadora/mesemondò, poeta e artista, informa parimenti il mio lavoro con gli analizzandi."
postato da: carlape alle ore 12:38

splinder 3 - tra la notte e l'alba

martedì, 05 ottobre 2010
Un caffé di troppo (anche un solo sorso preso alle cinque di pomeriggio può essere troppo...) ed eccomi a passare la notte in bianco.
Vedo che ci sono altri utenti in linea: meno male, non sono sola.
Ho anche provato a mettermi a letto per un pò. Tutto inutile.
Ho guardato gli altri dormire e mi sono rimessa al computer.

voglio dedicare a loro questi momenti tra la notte e l'alba, così rari per me

Al mio compagno di vita,
che ha taaanti difetti, ma un cuore immenso e generoso
che è prevedibile, ma quando vuole riesce a sorprendermi
ed è un papà giocoso e attento

Alla mia piccolina,
il mio raggio di sole, la gioia più grande della mia vita,
che non avrei mai immaginato possibile.
Grazie a lei ogni cosa è più importante, anche quelle che già lo erano.

Ora mi sento meglio. Chissà se con la luce del giorno riuscirò a tornare al buio...
postato da: carlape alle ore 04:43

splinder 2 - dal pediatra

lunedì, 04 ottobre 2010
Titolo da conversazione in lingua straniera o da barzelletta.
In effetti somigliava abbastanza alla seconda, la situazione che ho vissuto tempo fa e ora vi racconto.

Ero nella sala d'attesa del pediatra per la mia bambina e come al solito non ero l'unica.
Osservavo con ammirazione una mamma discretamente elegante, dai modi educati e misurati, benvestita-truccata-acconciata, con bambino piccolo ometto.
Tutto bene finché non arriva una mamma diametralmente all'opposto, con tuta extra confort da casa, capelli arruffati e niente trucco nè inganno, con figlia che si butta immediatamente a giocare sul pavimento come niente fosse.

A questo punto il piccolo ometto sfugge a tutte le regole materne e si butta anche lui a terra a rincorrere la bambina che aveva più o meno la sua stessa età.
Discretamente e con garbo la mamma di classe tenta di dissuadere il figlio a giocare in quel modo e di ricondurlo a comportamenti più consoni. Ma invano.
L'altra mamma, contrariamente a quello che avrebbe fatto ogni altra, continua a chiacchierare con nonchalance gettando un'occhiata di tanto in tanto alla figlia senza tentare affatto di intervenire in alcun modo.
Sono sicura che ci fosse nel suo sguardo una decisa nota di sarcasmo nell'osservare i rovinosi tentativi della mamma-bene che continuava la sua epica crociata senza successo.

A questo punto la mia osservazione si fa più curiosa.
La mamma-me-ne-frego continua imperterrita a ignorare quanto accade, menre la mamma-di-classe continua - anche lei imperterrita - a voler fare alzare il figlio dal pavimento, sempre con voce contenuta e modi da vera signora.

Dopo un pò la situazione comincia a darmi sui nervi, l'ammirazione perde quota per lasciare un vago senso di rabbia: ma dài, o lasci perdere tuo figlio e gli concedi di giocare come vuole per questa volta, a patto di lavarsi poi le mani oppure lo sgridi come si deve e magari - se mi è concesso - gli dai anche uno scappaccione che quando ci vuole ci vuole...
(ovviamente nessuna scusante per la mamma ameba...)

nuovo titolo: come un'impressione iniziale può essere completamente ribaltata
morale: la lascio a voi....
postato da: carlape alle ore 23:29

splinder 1

sabato, 02 ottobre 2010
... rimbalzano le note di melodie ripetute a non finire... finché decido di spegnere il televisore.
Ci rendiamo conto di quanto siamo legati e boicottati da tv e media?
e se il computer non fosse più uno strumento per esprimere noi stessi ma solo un palliativo per affogare la mente? Scivoleremmo pian piano in uno stato di torpore mentale, senza accorgerci di niente, fino a ritrovarci poi naufraghi in mari troppo profondi e troppo lontani.

Voglio evitare tutto questo, crogiolarmi nella quotidianità più ovvia, lasciarmi vivere, perdere il tempo lasciandolo scivolare via... non tornerà più...

A volte sentiamo il bisogno di periodi un pò monotoni, per riprenderci spazi interiori rubati dalla frenesia quotidiana - soprattutto per noi che viviamo in una grande città come Roma - tra gli impegni che non lasciano respiro.
Sveglia presto, mezzi pubblici insardellati, ufficio, asilo, seguire un compagno, una figlia...
Tutte cose necessarie ma guai a lasciarle prendere il sopravvento sui pensieri! Non potrei più godere dei momenti meravigliosi con mia figlia nè lasciar libera la mia anima di esprimersi...

Eppure basta poco: essere presenti a se stessi, pur continuando i gesti quotidiani...

buona giornata!
postato da: carlape alle ore 07:58

nuovo inizio

ho pensato bene di suddividere quello che è stato finora il mio blog su splinder in due diversi filoni, da una parte la CarlApe letteraria, quella che segue le parole per la loro bontà, dall'altra la CarlApe pungicosa, più reattiva, cattivella ma volendo anche più interessante...
e da splinder attingo a piene mani, riportando alcuni post precedenti che ritengo più meritevoli.
a seguire.