mercoledì 4 maggio 2011

Donne e Islam (ma non solo…)



Lo scrittore Amara Lakhous* può aiutarci a capire punti di vista diversi da quelli a cui siamo abituati. Nel suo romanzo  Divorzio all'islamica a viale Marconi (edizioni e/o) vediamo una spassionata osservazione di un uomo musulmano:

(pag. 29)
Il nostro vicino al Cairo, lo zio Attia, diceva: <<Avere figlie è come tenere delle bombe a mano: è meglio sbarazzarsene in fretta!>>. A chi gli chiedeva quanti figli avesse lui rispondeva sempre: << Tre maschi, quattro bombe a mano (da sistemare da qualche parte, inschallah**) e due bombe atomiche (una zitella e una divorziata)>>.

Dall’altra parte una donna musulmana, avvezza alle usanze dell’Islam sembra sconcertata da ciò che succede in Italia:

(pag.122)
Seguo un programma molto interessante su un canale radiofonico della Rai. Si parla della violenza domestica contro le donne. E' davvero incredibile: le donne non subiscono violenze psicologiche, fisiche e sessuali solamente per strada, tornando dal lavoro la notte o nei parcheggi sotterranei, ma anche e soprattutto in casa. Sì, proprio in casa. Chi l'avrebbe detto? I colpevoli si chiamano mariti, compagni, fidanzati, padri, fratelli o figli. ... Pensavo che le donne fossero vittime di violenza nei luoghi di guerra come in Afghanista o in Iraq, nei paesi dove c'è odio razziale come in alcuni stati africani e musulmani, e dove sono diffuse la povertà e l'ignoranza. Ma in Italia! Insomma, l'Italia è pur sempre un paese europeo, occidentale, che fa parte del G8 eccetera eccetera, o sbaglio?

L’autore del romanzo è un uomo musulmano, è vero, ma trapiantato a Roma da ormai 15 anni, forte della sua lunga esperienza di mediatore culturale, quindi assolutamente obiettivo nel riportare un pensiero di una donna musulmana in Italia.

E ciò ci faccia molto riflettere…



* vedi il mio post sull’autore:

**’ inschallah’ è la tipica espressione che significa ‘se Dio vuole’, pari pari a quella che usava mia nonna, da buona cattolica osservante…


Foto tratta da:

mercoledì 26 gennaio 2011

GLI ITALIANI VISTI CON GLI OCCHI DI UN ALTRO

Una lettera a un giornale che mi ha colpito e che condivido pienamente, dal punto di vista della lettrice e da quello del commentatore. Per non fare polemiche inutili: niente nomi, solo fatti.

Ecco il testo integrale.

Dal quotidiano freee press Metro Roma di oggi merc. 26/01/2011, rubrica lettere di Michele Fusco

"Vivo da molti anni in Italia ma provengo dall'ex Cecoslovacchia. Ho vissuto sulla mia pelle molti cambiamenti politici: primavera di Praga, divisioni, proteste, ma quello che succede ora in Italia non lascia spazio all'immaginazione. Seguendo la politica dove i valori universali sono messi in caricatura, dove la giustizia viene scambiata per un affare privato, dove le virtù e i meriti sono considerati l'arretratezza, dove l'onestà è sostituita dalla furbizia, la libertà dall'immoralità, non rimane altro che tornare indietro di 2000 anni, e citare Gesù che mette in guardia i  suoi discepoli, nei confronti dei farisei dicendo "dai loro frutti li riconoscerete" "

ELENA

Risposta:

Quando arrivano lettere come questa, che evitano la trista contrapposizione tra berlusconiani e antiberlusconiani, ma tratteggiano l'Italia per quella che è, ci sarebbe da fermarsi un attimo per capire se stiamo davvero sbagliando tutto. Elena ha il pregio, ai nostri occhi, di essere una donna straniera, il che significa libertà (intellettuale) unita alla riconoscenza per un paese che ti ha accolto. Il suo mi sembra uno sguardo molto severo sulle nostre cose, ma ancora carico di speranza.